Sono passati dieci mesi dal nostro ultimo post. Ma non è stato un addio. Il nostro lavoro sulle minoranze cristiane in Medio Oriente è andato avanti molto velocemente. Abbiamo viaggiato molto, conosciuto realtà diverse e ci siamo addentrati il più possibile nella vita di queste persone.
Abbiamo vissuto le paure e l’ansia dei copti egiziani nel giorno stesso in cui il Presidente Muhammed Mursi si è insediato. Eravamo là, al Cairo, a guardare la televisione con loro. Abbiamo visto rinascere quella rivoluzione che non è mai morta, come ci confermano le news delle ultime settimane.
Poi ci siamo spostati nel Kurdistan iracheno, un’isola di salvezza per le migliaia di cristiani in fuga dalle persecuzioni in Iraq. Il benessere e la tranquillità di Arbil e Sulaymaniyah stridono con la tensione e il clima di terrore in Iraq. Viaggiando fra Mosul e Basrah, passando per Baghdad, abbiamo toccato con mano il disastro iracheno dieci anni dopo Saddam.
E’ arrivato il Natale e lo abbiamo festeggiato insieme ai pochi cristiani che ancora vivono in Terra Santa. Abbiamo percorso le strade e i luoghi della Bibbia, cercando quello che è rimasto del Cristianesimo originale in questa terra devastata da 60 anni di guerra. Ci siamo imbattuti anche in interessanti sorprese.
Purtroppo non c’è stato modo di aggiornare continuamente il nostro blog. Piuttosto che offrirvi una cronaca spezzettata da spostamenti e connessioni inesistenti, abbiamo preferito prenderci una pausa.
Adesso siamo tornati e vi racconteremo tutto, da dove ci siamo lasciati.
We did our last post ten moths ago. But that was not a farewell. Our work about Christian communities in the Middle East has gone forward quickly. We had travelled a lot, we had known many different people and situations, we had tried to go deeply into the life of those communities.
We lived the fears of Egyptin Coptics meanwhile President Muhammed Mursi was settling. We were there, in Cairo, watching television with them. We saw their revolution borning again. A revolution never dead, as media are upholding nowadays.
Then we moved in Iraqi Kurdistan, a safe place for thousands of Christians running away form persecutions in Iraq. Wellfare and stability in cities as Arbil and Sulaymaniyah fight with the tension and war scene in Iraq. From Mosul to Basrah, through Baghdad, we really saw the iraqi disaster ten years after Saddam’s fall.
We spent Christmas time with the few Christians remaining in the Holy Land. We walked on the byblical streets and places, looking for what still remain about original Christianity.